I depositi di canale e di argine sono concentrati lungo gli alvei attuali dei fiumi Sillaro e Santerno, mentre i depositi fini di tracimazione si sviluppano tra le aste fluviali e nel settore settentrionale. La distribuzione dei depositi testimonia l'estinzione naturale dei corsi d'acqua in ambienti di ``valle''. Nel margine nord-orientale sono presenti i depositi deltizi attribuibili al Po di Primaro.
Limite superiore sempre affiorante e coincidente con il piano topografico dato da un suolo calcareo di colore bruno olivastro o bruno grigiastro (2,5Y) al tetto, privo di reperti archeologici romani, o più antichi, non rimaneggiati e caratterizzato da una buona preservazione delle forme deposizionali originarie. Limite inferiore ben definibile nei quadranti meridionali, dove è dato dal contatto delle tracimazioni fluviali sul suolo non calcareo (o scarsamente calcareo) di epoca romana.
Include, concettualmente, i depositi fluviali in evoluzione b1 che però, in accordo con la tradizione della cartografia geologica preesistente, sono stati cartografati separatamente.
Spessore di pochi metri che, localmente, raggiunge 10 m.
Età post-romana (IV-VI sec. d.C. - Attuale; datazione archeologica e 14C).