SINTEMA CAMPOLONGO
Rappresenta il prisma di sedimenti trasgressivi e progradazionali che si è accresciuto sul fronte della piana del Sele nel corso dell'Olocene. Questo prisma ha spessore crescente verso mare e  raggiunge una potenza valutata tra 15 e 20 metri all'altezza della costa attuale. La sua parte più antica (Olocene inferiore) testimonia l'ingredire di un sistema barriera-laguna; la sua parte più recente (Olocene superiore) mostra, invece, crescita  progradazionale  dei cordoni costieri e, nel retrobarriera, passaggio da ambienti lagunari ad ambienti di stagno e palustri, finalmente colmati da apporti fluviali e, negli ultimi due secoli, da locali colmate di bonifica. Il sintema poggia in discordanza contro il fianco esterno del paleocordone di Gromola e contro i travertini di Seliano ed i travertini di Paestum. Localmente penetra entro incisioni preesistenti, tra cui quella del Sele. Nel sintema Campolongo sono state distinte le sette litofacies descritte nel seguito.
OLOCENE

Sabbie, sabbie limose e limi fluviali con subordinati episodi ghiaiosi, formanti terrazzi a pochi metri di quota lungo il basso Sele. Depositi alluvionali fini posti al fondo di incisioni di basso ordine gerarchico che dissecano i terreni pleistocenici. Depositi fluvio-palustri allo sbocco dei corsi d'acqua sulla piana costiera olocenica (sabbioso-ghiaiosi presso il Tusciano e pelitico-sabbiosi presso il Sele). Hanno spessore variabile fino ad una decina di metri e fanno passaggio eteropico graduale con le facies palustri del sintema.

Depositi eterometrici e spesso privi di stratificazione evidente, costituenti falde colluviali per lo più sabbioso-limose, a luoghi intercalate da suoli humiferi. Ricorrono lungo i margini interni della depressione retro-barriera olocenica e sono presenti anche lungo i fianchi di alcune incisioni che dissecano le unità BP e GML. Spessore variabile che raggiunge alcuni metri al massimo.

Sabbie medie e fini sciolte di apporto eolico, a luoghi intercalate a depositi sabbioso-limosi di interduna. Vi appartengono sia i lembi -ampiamente pedogenizzate in sommità- che affiorano sul più antico sciame di cordoni costieri olocenici in affioramento sulla Piana (“Cordone di Laura” Auct.), sia quelli -del tutto analoghi, ma poco o niente alterati- che si hanno sui due cordoni sub-paralleli e spesso anastomizzati più vicini alla costa attuale (“Cordone di Sterpina” Auct.). Ricoprono, con 1-4 m di spessore,  depositi di spiaggia (litofacies g2) che, nel primo caso hanno fornito età 14C tra 3600 e 5300 anni B.P. e, nel secondo caso, si ascrivono agli ultimi 2500 anni circa in base ad una datazione 14C, alla presenza dei prodotti dell'eruzione vesuviana del 79 d.C. e ad alcune evidenze geoarcheologiche relative alla zona di Paestum.

Alternanze variabili di limi sabbiosi, sabbie argilloso-limose, limi torbosi e torbe con occasionali livelli ghiaiosi ascrivibili in massima parte ad ambienti di stagno e palude costiera in base ai loro caratteri sedimentologici e paleoecologici. In sommità recano localmente depositi da colmata di bonifica. In parte eteropica ed in parte sovrapposta alla litofacies lagunare del sintema, ha spessore variabile fino ad un massimo di alcuni metri.  

Travertini in strati e lenti di spessore decimetrico, di solito molto vacuolari e raramente litoidi, con episodi sia fitoclastici laminati, che fitoermali (a cannule di erbacee, frustoli e foglie, soprattutto di Quercus e Laurus) e sabbiosi. Per le facies osservate sono da riferirsi ad ambienti di argine, di dolce pendio (fianchi di lobi pensili?) e palustri. Localmente inglobano manufatti dell'Età del Bronzo (anche antica), dell'Età del Ferro e dell'epoca greco-romana. Il loro spessore complessivo giunge sino a 4-5 metri.

Litofacies non affiorante composta da argille e limi di colore grigio e nerastro, di solito molto plastici, includenti talora dei livelli di sabbie limose che divengono più grossolane e abbondanti verso SW. I caratteri sedimentologici e la presenza di microfaune fossili  tipiche di acque mesoaline ed oligoaline le fanno attribuire ad ambienti lagunari sorretti da coevi cordoni costieri (facies "g2" e "d" del sintema). Spessore massimo di 10-12 metri. Età compresa tra 9 e 2,5 ka circa.  

Litofacies non affiorante, composta di sabbie da fini a grossolane, raramente includenti livelli di ghiaie sabbiose o di sabbie fini limose, talora fossilifere. È attribuibile a complessi di spiaggia prima trasgressivi (Olocene inferiore) e poi progradanti (Olocene superiore) che, verso terra, fanno passaggio eteropico ai termini transizionali del sintema (facies "g" ed "e"). Lo spessore cresce avvicinandosi alla costa attuale e giunge sino a 15-20 metri.