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I SINKHOLES ANTROPOGENICI A NAPOLI

I sinkholes antropogenici rappresentano forse il dissesto idrogeologico principale della città di Napoli. Essi sono la causa più diffusa di crolli di abitazioni civili e di danni alle infrastrutture, per lo più legati alla presenza di vuoti di varia natura (cave, cunicoli, cisterne, acquedotti) e/o, in generale, di un’ignota rete di cavità antropiche (AA.VV., 1957, 1967; VALLARIO, 2001 cum biblo GUARINO & NISIO 2012; BASSO et alii 2013). La roccia vulcanica di base del territorio napoletano, l’Ignimbrite Campana, fu oggetto di un intenso sfruttamento nel sottosuolo di Napoli per la realizzazione di edifici monumentali o di strutture abitative. Nel sottosuolo di Napoli si è scavato per circa 45 secoli per la realizzazione di tre acquedotti (Acquedotto Bolla, di epoca greca, Acquedotto Augusteo, di epoca romana, Acquedotto Carmignano, del XVIII secolo) centinaia di cave ed alcune gallerie di comunicazione. Le prime cavità risalgono ad oltre 4.500 anni fa; l’estrazione si è perpetuata per migliaia di anni con la realizzazione di cave d’imponenti dimensioni (ad esempio la cavità n° C0022 del censimento del Centro Speleologico Meridionale, ubicata nel quartiere Stella, misura circa 42.000 m2). La coltivazione di tale tufo (tufo giallo campano Auct), e dei materiali di copertura è terminata alla metà del XX secolo, lasciando da una parte grandi cave disperse sotto la città e dall’altra una rete di condotti verticali attraverso i quali l’antica attività estrattiva del tufo si esercitava, che comunicano nel sottosuolo con camere ipogee disposte in serie con forma a campana. Queste ultime rappresentano la maggiore fonte di pericolo, in quanto le condizioni di stabilità di queste cavità sono oggi compromesse. I sinkholes antropogenici si originano nei primi 20 m di sottosuolo, prevalentemente nella porzione più friabile del tufo, a seguito del parziale crollo di una volta, dovuto al cedimento del fronte di scavo, o per il crollo dei pozzi. Le cause innescanti dei sinkholes sono da ricercare prevalentemente nei sovraccarichi esterni, negli eventi pluviometrici estremi, nelle perdite dalle reti idriche o nella infiltrazione delle acque meteoriche. I sinkholes antropogenici si concentrano nelle aree del centro storico (Guarino & Nisio 2012) dove prevalgono i vuoti sotterranei. Il Centro Speleologico Meridionale ha rilevato e cartografato, nel solo territorio comunale oltre 750 cavità (Guarino & Nisio 2012) per una superficie superiore al milione di metri quadrati, i dati sono consultabili sul sito web della città Metropolitana di Napoli.