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I SINKHOLES ANTROPOGENICI A ROMA

Gli sprofondamenti nel centro urbano di Roma sono noti da molti secoli (Nisio 2010-2013, 2017). Le prime osservazioni del paesaggio urbano romano possono essere compiute su cartografia storica; dalle analisi delle carte topografiche emerge una forma tipica del paesaggio romano, “lo sfornellamento”, cioè una cavità simile a una dolina carsica ma di origine antropica (Ciotoli et al., 2013, 2015 a). I sinkholes originatisi nel centro urbano di Roma in epoca medioevale e in epoca recente sembrano potersi ricondurre al crollo di volte di cavità realizzate per lo più nei terreni vulcanici, subordinatamente sabbiosi o ghiaiosi, per estrazione di materiali da costruzione o per realizzazione di antichi luoghi di culto. Infatti, è nota la presenza al di sotto del centro urbano di una fitta rete di gallerie e cunicoli realizzati a vario titolo che mettono in pericolo la sicurezza della città. Nel tempo si è persa la memoria della presenza di tale rete caveale; si conosce l’esatta ubicazione solo di una parte di essa. Durante l’intensa espansione edilizia degli anni ’50-’70, si è costruito un tessuto continuo di strutture urbane al di sopra di dette gallerie, non sempre preceduto da indagini tecniche dettagliate. Non sono rari i casi di edifici realizzati con fondazioni dirette al di sopra di reti ipogee a scarsa profondità ed in condizione di potenziale pericolo (Ventriglia, 1970; 2002; Ventriglia & Sciotti, 1970; Crescenzi et al.; 1995; Lanzini, 1995; Corazza, 2004; Mazza et al. 2008). Ulteriore concausa della formazione di tali anthropogenic sinkholes sono i guasti, le perdite e la disfunzione in genere della rete idraulica dei sottoservizi. Dalla fine del 1800 le voragini di grandi dimensioni (più di un metro di diametro e profondità) sono 3.386 (nel territorio compreso fino al Grande Raccordo Anulare). Dal 1960 se ne contano 1.313 sino al Grande Raccordo Anulare (Tabella 2.10.1? nel file Excel allegato); negli ultimi diciotto anni si è assistito all’incremento del fenomeno, negli ultimi anni circa 100 eventi l’anno, con aumento del rischio per la popolazione e per le infrastrutture (rete idraulica, rete elettrica, del gas, dei telefoni, ecc.). Nel 2018 è stato registrato il maggior numero di eventi registrati occorsi in un anno (124 sino al mese di agosto. Tale incremento, dovuto alla più fitta ed indiscriminata urbanizzazione del territorio, può anche essere connesso ad una variazione del regime pluviometrico che ha visto negli ultimi anni il susseguirsi di eventi piovosi molto intensi (bombe d’acqua). L’innesco dei fenomeni avviene, infatti, generalmente durante un evento piovoso intenso e/o in connessione, spesso, con la rottura di una tubatura idraulica. I numerosi dati raccolti (cavità riscontrate in sondaggio, antichi imbocchi di cava, bunker, catacombe, ipogei privati) hanno consentito di rappresentare i risultati attraverso la realizzazione di una serie di mappe. La mappa di densità di cavità ha messo in evidenza che più di 32 km2 di territorio romano sono interessati da cavità sotterranee. I sinkholes censiti hanno permesso di realizzare una mappa di densità di sinkhole da cui si evince che buona parte del territorio romano (più di 30 km2) è stata interessata da eventi di sprofondamento in più di 100 anni di sfruttamento del terreno urbano. In questo scenario la determinazione del rischio indotto dal verificarsi di un sinkhole antropogenico è davvero difficoltoso, ma il concetto di rischio è stato sostituito con quello di suscettibilità, determinata come la probabilità che un evento di sprofondamento antropogenico si verifichi in un determinato spazio, con determinate caratteristiche geologiche-morfologiche al contorno, in un tempo infinito. I quartieri più interessati allo sfruttamento minerario e di conseguenza ai sinkholes sono i quartieri, Tuscolano, Prenestino, Centocelle (Municipio V), Appia-Antica (Municipio VII) e Tiburtino (Municipio IV); seguono i quartieri di S. Giovanni-Labicano e la zona Flaminia-Cassia. In definitiva le aree a più alta suscettibilità del territorio urbano (probabilità che un evento di sinkhole si verifichi pari al 95%) sono pari a circa 7 km2, le aree con probabilità di evento pari al 90% hanno estensione di circa 33 km2. In definitiva all’interno del Grande Raccordo Anulare (GRA estensione di 350 km2) 40 km2 di territorio urbano hanno probabilità molto alta di innesco di un evento di sinkholes, circa l’11% del territorio di Roma (Ciotoli et al. 2015 b).